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giovedì 24 maggio 2012

“Star Wars” tra Juventus e Federazione per l’apposizione della terza stella



Cerchiamo oggi di ripercorrere e chiarire l’ormai nota querelle in merito alla possibile apposizione della terza stella sulla maglia da gioco della Juventus per la prossima stagione.
Abbiamo tutti ammirato sul campo le gesta sportive degli uomini di Conte che hanno portato alla conquista del titolo di Campioni di Italia. Grandi feste e grandi celebrazioni per il ritorno al successo della Vecchia Signoria dopo le nefaste vicende di Calciopoli. Destino vuole che, senza l’intervento della giustizia sportiva del 2006, il club di Torino avrebbe conquistato proprio il 30esimo scudetto potendosi, dunque, fregiare della famigerata terza stella a partire dal prossimo campionato.
Nel nuovo stadio, sorto sulle ceneri delle Delle Alpi, erano numerosi e plateali i riferimenti al numero 30 così come quelli apparsi tanto nella sede quanto anche sul pullman scoperto usato per i festeggiamenti. Tifoseria e società, uniti nell’orgoglio ritrovato, hanno da sempre considerato come propri i due scudetti vinti sul campo e poi “scippati” – a loro dire – nella rovente estate 2006.
E da qui il casus belli: perché a livello ufficiale, gli scudetti conquistati dalla Juventus sono soltanto 28. Scorrendo, infatti, l’albo d’oro della Lega di Serie A – che organizza il campionato su delega Figc – il titolo 2005 non è stato assegnato, mentre quello 2006 è stato attribuito a tavolino all’Inter (senza addentrarci qui nell’altrettanto spinosa questione relativa alla mancata esistenza di un vero e proprio provvedimento di assegnazione ad opera dell’allora Commissario straordinario Guido Rossi).


Alla luce dell’intervento degli organi di giustizia sportiva, il club bianconero non potrebbe, quindi, avvalersi della terza stella. Come sempre succede, si è andati alla ricerca di alcuni riferimenti normativi per cercare di inquadrare la fattispecie e dipanare così la matassa. Una simile vicenda non può essere, infatti, risolta aprioristicamente indossando o meno i panni del tifoso.
Non è in ballo soltanto una questione stilistica o di marketing policy: apponendo la terza stella il club si porrebbe, infatti, in aperto contrasto con il giudicato sportivo del 2006 e, quindi, contro l’ordinamento sportivo in generale. Cosa non da poco se si tiene conto delle controversie tutt’ora pendenti su più fronti tra Juventus e Figc (dalla Corte dei Conti, all’appello proposto contro la decisione del TNAS del Coni in merito proprio alla revoca dello scudetto 2006, fino alla richiesta di un maxi risarcimento di oltre 440 milioni di Euro depositato presso il Tar Lazio sempre nei confronti della Figc).
Destino vuole nuovamente che a proporre l’idea della stella sia stato proprio un Agnelli, Umberto, quando nel 1958 ebbe la brillante intuizione, in veste di presidente, di celebrare la vittoria del decimo scudetto apponendo la prima stella dorata.
Scorrendo le carte federali non esiste una prescrizione specifica in merito. Persino il “Regolamento delle divise da gioco” adottato dalla Lega Serie A, pur disciplinando nel dettaglio la materia, non offre alcun appiglio normativo. L’articolo 10 prevede soltanto che le maglie debbano ricevere una preventiva approvazione da parte della Lega, la quale ha la facoltà di segnalare eventuali violazioni di regolamenti o disposizioni federali ai compenti organi di giustizia. In generale c’è chi ha cercato, poi, un riferimento nell’articolo 1, il quale sancisce che tutto ciò che non sia previsto espressamente nel Regolamento debba considerarsi vietato. Aldilà di questi tentativi, è legittimo ritenere allora che si sia creata una vera e propria consuetudine a riguardo.
Ma quale è stato l’iter seguito nel lontano ’58? Spulciando tra gli archivi federali, risulta in realtà che tanto la Lega quanto la Federazione si siano espressi a riguardo con atti ufficiali. In data 3 maggio, la Figc ha deliberato infatti “l’istituzione di un particolare distintivo” per celebrare la vittoria di 10 campionati, mentre, nel luglio successivo, la Lega parla espressamente dell’adozione “di una stella d’oro a cinque punte”.
Tenuto conto di ciò, risulterebbe esservi stato un certo procedimento formalizzato, mai però recepito dalla normativa sportiva successiva.
In questa situazione di apparente stallo, si sono già espressi alcuni organi di vertice dello sport nazionale e non solo: il Presidente federale ha parlato espressamente di 28 titoli, facendogli poi eco persino il Presidente della Fifa Blatter attraverso una lettera ufficiale di congratulazioni al club.
Aldilà della liceità o meno della pretesa, è auspicabile che la Juventus e gli organi di governo del nostro calcio non giungano ad un aperto scontro frontale, tenuto già conto della delicatezza della situazione attuale.
A riguardo, pare allora che la società bianconera stia studiando un escamotage (per fare una lieta “sorpresa” al popolo bianconero, per citare le parole usate da Andrea Agnelli), ovvero l’inserimento delle 3 stelle direttamente nello stemma (soluzione già adottata, ad esempio, dal Manchester City di Mancini). A quel punto, nulla potrebbe esserle obiettato in quanto tutto ciò che viene rappresentato all’interno del marchio registrato di una società viene considerato insindacabile da un punto di vista giuridico sportivo.
Confidando in una soluzione pacifica della questione, possiamo fin d’ora affermare senza tema di smentita come il vero vincitore di tutta la querelle sarà la Nike, in qualità di sponsor tecnico del club anche per la prossima stagione: un affare di marketing davvero stellare!!

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