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giovedì 24 maggio 2012

23/05/2012 – Vent'anni senza Falcone Ma l'Italia è molto cambiata?


Sono passati 20 anni giusti ed è giusto ricordare Giovanni Falcone, il giudice che fu ucciso dalla mafia presso lo svincolo Capaci-Isola delle Femmine dell'autostrada per Palermo (23 maggio 1992, ore 17.58), e che fu tradito da quelli che avrebbero dovuto aiutarlo nella lotta contro la criminalità organizzata: molti colleghi, la corrente di cui pareva logico dovesse fidarsi (cioè quella che riunisce i giudici di sinistra, vale a dire Magistratura democratica), il Csm che quando si trattava di mettere qualcuno al vertice di una qualunque struttura, chissà perché, finiva per scegliere sempre il suo avversario del momento, giornalisti molto famosi (persino Michele Santoro apparve critico in alcune occasioni) o uomini politici di grande peso specie sul territorio, come Leoluca Orlando, che accusavano Giovanni Falcone d'essersi venduto ai politici.

Come può dire che non avessero una qualche ragione? Degli scomparsi non si può dire che bene, però... 

Se avessero avuto anche una minima ragione, Falcone sarebbe ancora vivo tra noi. Il fatto che l'abbiano ucciso, e ucciso in quel modo, è la prova che era uomo di altra pasta. Me lo ha detto una volta Enzo Sellerio: «In Sicilia bisogna diffidare di tutti quelli che sono vivi».

Come lo ammazzarono?

Falcone, isolato da tutti, s'era rifugiato al ministero di Grazia e Giustizia, a fianco del ministro Martelli. Una collaborazione che faceva gridare questi qui che le ho citato prima, e i loro giornali, dato che tra l'altro Martelli era socialista e quindi, agli occhi della sinistra, infetto per definizione. Nei fine settimana il giudice tornava a casa, e quel sabato s'imbarcò sul jet di servizio in partenza da Ciampino, che arrivò a Palermo alle 16.45. Lo aspettavano tre Fiat Croma blindate, una marrone, una azzurra e una bianca. Falcone si mise alla guida della Croma bianca, tenuta nel mezzo. Erano talmente tranquilli che non azionarono neppure le sirene. Ma al chilometro 5 dell'autostrada, dov'era lo svincolo, Totò Riina aveva fatto piazzare 500 chili di tritolo. Il sicario Giovanni Brusca, appostato, quando le macchine furono sul punto, premette il telecomando. La prima Croma saltò in aria, mentre la seconda, con Falcone, andò a schiantarsi contro il muro d'asfalto che s'era sollevato. Sul fondo stradale s'era aperta una voragine enorme, nella quale finirono una ventina di macchine. Falcone e la moglie Francesca Morvillo, a cui era intitolata la scuola del massacro di Brindisi, morirono in poche ore. I tre agenti della prima auto, Vito Schifani, Antonio Montinaro, Rocco Dicillo, furono dilaniati sul colpo. Brusca è uno dei criminali più odiosi del dopoguerra: quattro anni dopo, infatti, avrebbe sciolto nell'acido il bambino Giuseppe Di Matteo.

Ora si vorrebbero sapere soprattutto le differenze tra l'Italia di allora e quella di adesso, se siamo migliorati... 

Falcone moriva mentre erano in corso le votazioni per la successione di Cossiga al Quirinale. Andreotti stava trattando l'appoggio socialista... Ucciso Falcone, i politici si affrettarono a eleggere Scalfaro. Dopo vennero il successo dei nuovi partiti (Lega, Rete), il governo dei tecnici (Ciampi), le misure economiche anticrisi (il prelievo forzoso sui conti correnti del luglio '92). Avvenimenti simili a quelli che stiamo vivendo. L'Italia di oggi, però, è identica a quella di allora soprattutto in questo: Falcone era un grande uomo e un grande magistrato, e quindi lo affossarono in fretta, perché tutto può accadere da noi, ma non che altissime responsabilità siano affidate a uomini di valore (prescindiamo ora dai tecnici). Cossiga (che, però, con la magistratura si era spesso scontrato) ebbe a dire: «I primi mafiosi stanno al Csm. Sono loro che hanno ammazzato Falcone negandogli la Direzione Nazionale Antimafia e prima sottoponendolo a un interrogatorio. Quel giorno lui uscì dal Csm e venne da me piangendo». Ho detto che la situazione è identica? No, è peggiorata, perché un Falcone in giro non c'è più e la magistratura è degradata a una sfilza di finti Falcone che credono di costruire inchieste ascoltando le telefonate. Falcone cominciò smascherando i traffici americani dei mafiosi facendosi consegnare da tutte le banche i rendiconti delle movimentazioni di denaro verso gli Stati Uniti. Riscontri, riscontri, riscontri.

Non è una colpa lasciarsi isolare?

Ma i colleghi lo volevano far fuori. I colleghi avevano da pensare ai loro interessi. La pm Ilda Boccassini gridò a questi colleghi: «Voi avete fatto morire Giovanni, con la vostra indifferenza e le vostre critiche». Tutte robe dimenticate, e che tra oggi e domani saranno annegate in un oceano di retorica.

Non c'è qualche speranza? I grillini, ad esempio...

L'ho già detto ieri: ammesso che siano capaci di governare, si troveranno comunque contro gli apparati. Avranno bisogno di molto aiuto per farcela, perché l'Italia, purtroppo, è sempre la stessa.

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