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mercoledì 20 giugno 2012

Ucraina passano un bruttissimo periodo!

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Non è un bel periodo per i padroni di casa. A chi una casa ce l'ha in questi giorni è toccato pagare una tassa salata su una cosa che dovrebbe essere un diritto e sulla quale le tasse sono state pagate alcune decine di volte nel corso di ogni fase del suo acquisto. Tant'è che molti pensano che il valore del mattone ormai sia quello della pietra sotto la quale nascondi i risparmi e che la migliore eredità sia quella di non lasciare alcun debito…
Ma senza buttarla sul pessimismo&fastidio quella dei padroni di casa svantaggiati sta diventando una regola anche nel calcio: per la decima volta consecutiva un paese organizzatore di un grande torneo calcistico (considero Copa America, Coppa d'Africa e Mondiali, non se la prendano gli altri) viene eliminato prima del gran finale.
Controlliamo gli appunti: l'ultima vittoria casalinga di un certo prestigio è stata quella dell'Egitto nella Coppa d'Africa 2006, successo in finale ai rigori contro la Costa d'Avorio. Dopo abbiamo avuto solo capitomboli, più o meno prematuri.
In Coppa d'Africa dopo il trionfo dell'Egitto al Cairo nel 2006 vincono ancora i faraoni in Ghana (battuto in semifinale dal Camerun nel 2008) e in Angola (fuori ai quarti nel 2010) mentre lo Zambia trionfa nell'ultima edizione condivisa tra Guinea Equatoriale e Gabon, entrambe eliminate ai quarti.
In Copa America l'ultimo successo in casa risale al 2001 con l'edizione vinta dalla Colombia: dopo abbiamo visto festeggiare il Brasile di Adriano nel 2004 in Perù (eliminato a quarti) e quello di Robinho nel 2007 in Venezuela (sempre fuori ai quarti) mentre l'Argentina nel 2011 ha vissuto uno degli episodi più neri della sua storia recente perdendo ai rigori i quarti di finale contro l'Uruguay che poi con Forlan avrebbe vinto il torneo a Buenos Aires.
Nell'Europeo bisogna arrivare addirittura al 1984 e alla Francia per vedere festeggiare un paese organizzatore: il Portogallo sciupa la sua grande occasione in casa contro la Grecia nel 2004 e su Austria e Svizzera, come su Polonia e Ucraina, puntavano davvero in pochi. Così come sul Sud Africa. In Germania, ai Mondiali, sappiamo che fine hanno fatto i padroni di casa nel 2006 mentre alla Corea gli aiuti furono sufficienti solo fino alla semifinale nel 2002. E fu ancora la Francia a vincere in casa, nel 1998, in modo per altro strameritato, l'ultimo Mondiale assegnato a un paese organizzatore.
Da Egitto 2006 in poi due Mondiali (Germania e Sud Africa), due Europei (Austria-Svizzera e Polonia-Ucraina), tre Coppe d'Africa (Ghana, Angola e Gabon-Guinea Equatoriale) e tre Copa America (Perù, Venezuela e Argentina) sono andati a paesi colonizzatori. Dieci trofei in tutto.
In effetti è un po' triste perdere il tifo e il sostegno del paese organizzatore: si ha sempre un po' la sensazione di essere ospite non gradito in casa d'altri. Quasi fossimo imbucati a una festa cui nessuno ci ha invitato. Ma questo è il dato di fatto. Il torneo perde moltissimo fascino e tutto diventa più quieto, meno festoso, meno rutilante: anche se l'incubo del suono delle vuvuzela che ci perseguita dall'inizio del torneo alla finale potrebbe sgomberare il campo da qualsiasi rammarico.
Si può analizzare questo semplice dato come un fatto oggettivo oppure provare a dire che questa è un'altra nuova tendenza del calcio mondiale perché i paesi ospitanti, da sempre considerati teste di serie e favoriti, non sono in realtà tali. O magari si può ipotizzare che la mancata scadenza di un torneo da conquistare, e di conseguenza una lunga timeline di partite amichevoli, non prepari a sufficienza una squadra in un periodo storico in cui il calcio è fortemente agonistico e atletico. E le amichevoli servono più a fare cassetta che a farsi i muscoli.
In realtà io ho una spiegazione più semplice: da tempo gli organizzatori hanno optato per una rotazione che assegna a paesi di seconda e terza fascia l'organizzazione di eventi importanti. Chi ha davvero fallito l'evento sono stati Germania al Mondiale 2006, Portogallo all'Europeo 2004 e Argentina in Copa America 2011. Gli altri, senza vincere, avevano già vinto: stadi, strutture, finanziamenti a pioggia e appalti.
A volte le cose vanno molto bene: la Coppa d'Africa in Angola è stata riuscitissima e in Sud Africa, nonostante molte preoccupazioni preventive, il bilancio si può considerare positivo. Ma a volte le cose vanno anche male: in Ucraina ci sono problemi enormi a trovare alberghi e treni e questa designazione si è rivelata un evidente azzardo. Tralasciamo i commenti dei colleghi che hanno seguito l'ultima edizione di Coppa d'Africa in Gabon e Guinea Equatoriale: ancora conserviamo alcune formazioni diramate a partita iniziata dal comitato organizzatore. Sbagliate…
Forse la realtà è molto più semplice: a determinati paesi l'organizzazione di certi eventi viene assegnata con lungimiranza, forse anche per via di qualche interesse sotterraneo. E' come se avessero già vinto: e non si può vincere due volte la lotteria senza nemmeno comprare il biglietto.
Tuttavia, visti gli ultimi precedenti, in Brasile stanno cominciando i riti propiziatori… l'ultimo Mondiale perso in casa fu causa di parecchi suicidi.

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